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domenica 14 dicembre 2014

Ecuador fuori dai comuni itinerari: il Parco Nazionale Machalilla

Donne al Cuzco
Ogni paese dell’America Latina che ho visitato è un insieme di sfaccettature incredibilmente differenti, in termini di climi, paesaggi, popoli, cucine, lingue differenti. Non è affatto vero che spagnolo e portoghese dominano questa parte del continente americano, anzi è vero proprio il contrario: sempre di più si sta riaffermando una identità culturale diversa da quella portata dai conquistadores secoli fa, una identità che sta prendendo forza in molti paesi sudamericani a partire proprio dalle lingue indigene, le quali, pur essendosi disperse e impoverite nel corso del tempo, non sono affatto scomparse. 

E l’Ecuador non fa eccezione in quanto a varietà culturali, geografiche e naturali. Si tratta di un paese piccolissimo se lo si paragona con i due grandi paesi con cui confina, la Colombia ed il Perù; eppure ha una quantità tale di caratteristiche differenti da lasciare senza parole. E senza parole lasciano i paesaggi e le comunità che incontriamo in viaggio per questo paese.

Salar de Uyuni (Bolivia)
Machu Pichu (Perù)
La prima volta che ho pltrepassato il confine peruviano per arrivare in Ecuador, mi trovavo sulla costa del Pacifico: in un itinerario che da Buenos Aires avrebbe dovuto portarmi fino a Quito, nell’arco di circa quattro mesi, ormai non rimaneva che poco tempo. Ancora pochi giorni alla fine del viaggio, a quella data del volo aereo che mi avrebbe riportata in Argentina. Ignara che, nel giro di due soli mesi, sarei tornata in Ecuador per ragioni di lavoro e mi sarei fermata per un anno in quel paese, optai per godermi quell’elemento che più mi era mancato nella lenta risalita dalle colorate montagne del nord dell’Argentina, attraverso le vastissime saline boliviane, il magico lago Titicaca e le meraviglie archeologiche del Perù: l’oceano.

Cascate di Iguazù (Argentina)
Sembra incredibile ma ad un certo punto del viaggio, mi sfuggiva il senso del mio viaggiare. Solo dopo molto tempo l’ho ritrovato. Eppure, terminare in quell’angolino di costa del Pacifico mi sembrava la degna conclusione del mio vagare degli ultimi mesi. Scelsi la costa a sud dell’Ecuador semplicemente per una questione di stanchezza e di comodità; certo la mia insostituibile Lonely Planet ne parlava molto bene, dalle sue attrazioni naturali fino alla movida notturna di alcune zone turistiche; ma sicuramente questo paese dai più svariati climi e microclimi, offre una ricchezza di ambienti naturali e biodiversità ben più famose. Era l’ultimo paese che visitavo, gli avevo concesso solo pochi giorni e non sapevo che mi avrebbe affascinato alla prima superficiale occhiata!

Nella provincia di Manabì, si trovano Puerto Lopez e il Parco Nazionale Machalilla http://www.machalillanationalpark.com, di cui fa parte una meraviglia poco conosciuta di questo paese: la Isla de la Plata. Così chiamata, mi è stato detto, perché al loro arrivo i conquistadores spagnoli rimasero abbagliati dal luccichio argentato delle sue formazioni rocciose sotto il sole. Pensarono che fosse un’isola completamente rivestita d’argento: affamati di metalli preziosi com’erano dovevano essere in estasi. Difatti vi trovarono monili, oggetti e gioielli d’argento, ma sicuramente l’isola non era ricoperta d’argento. 

Isla de la Plata
La sua ricchezza reale è da ricercare invece nei resti archeologici, testimonianze soprattutto della presenza inca nell’isola, ma soprattutto nella sua ricca vegetazione e nelle varie specie di animali che ospita. Tra questi il singolare sula dalle zampe azzurre, un uccello tipico delle Galapagos, che si avvicina all’uomo, incuriosito e per niente spaventato. L’isola non è abitata, vi sono soltanto alcune guardie del parco. Le visite sono organizzate in modo tale da non disturbare il quieto vivere dei suoi pacifici abitanti e da non pregiudicare l’ambiente. Su quest’isola, situata a circa 50 km dalla costa, cresce l’albero di Palo Santo, che possiamo trovare in tutta questa regione: anche questo nome deriva dagli spagnoli, che, seguendo le indicazioni degli abitanti locali, iniziarono ad usarlo come rimedio per il mal di testa. Ormai lo si può trovare tranquillamente nei negozi di artigianato locale, sotto forma di incenso per profumare gli ambienti, essenza o olio per massaggi. Ci sono alcune spiagge, ma in generale l’isola è caratterizzata da scogliere impressionanti e frastagliate, circondate da un azzurro meraviglioso e onde spumeggianti!

Il Pacifico
Dalla cittadina di Puerto Lopez si possono organizzare escursioni per quest’isola, lungo la spiaggia vari negozi di artigianato locale – essenze e incensi di Palo Santo e monili fatti con lo Spondylus, un tipo di corallo rosso conosciuto come el oro rojo de los Incas – sono anche agenzie che si appoggiano alle cooperative di pescatori della zona per organizzare le escursioni in mare. Questo aiuta sicuramente l’economia locale e permette realmente ai viaggiatori di entrare in contatto con la gente del posto. Naturalmente le guide sono preparate e potranno raccontarvi storie curiose.

Puerto Lopez
Si può anche rimanere a crogiolarsi sotto le palme, in una bella amaca, sulla spiaggia di Puerto Lopez, gustando un succo naturale di qualche frutta tropicale – mango, papaya, ananas... – godendosi un bel tramonto sull'oceano.


O si può decidere di noleggiare una bici e andare verso nord, una decina di km dalla cittadina, ed arrivare fino al sitio de Agua Blanca, dove si può conoscere la storia delle popolazioni indigene della zona nel museo archeologico e rinfrescarsi facendo un bagno nella splendida piscina naturale nel cratere di un vulcano spento (http://museos.arqueo-ecuatoriana.ec/es/reportajes/3-generalidades/9-el-sitio-arqueologico-de-agua-blanca-y-su-museo). 

Sitio de Agua Blanca
Oppure ci si può spingere per qualche decina di km ancora, fino alla Playa de los Frailes, un percorso naturalistico, in cui si può camminare lungo sentieri ben segnalati attraverso la vegetazione, fino ad arrivare ad una serie di spiaggette coralline dove, con un po’ di fortuna, in alcuni periodi dell’anno si può assistere alle prime peripezie acquatiche di minuscole tartarughe marine appena nate.

Playa de los Frailes

Sulla spiaggia, ad un estremo di Puerto Lopez, per chi è interessato alla salvaguardia dell’ambiente e alla protezione di animali in via di estinzione, si può chiedere informazioni al riguardo ad un italiano, che da molti anni si è stabilito in questa zona e si occupa di progetti sociali, oltre a gestire la bellissima Hosteria Mandala, immersa nella vegetazione tropicale (http://www.hosteriamandala.info). Con la sua atmosfera calda, l’odore del legno, le amache e il suo cappuccino italiano, ci fa sentire immersi in un ambiente a noi familiare, ma con la consapevolezza di essere dall’altra parte del mondo.

Sitio de Agua Blanca
A pochi km a sud di Puerto Lopez ecco invece il paradiso locale dei surfisti, soprattutto statunitensi ed europei, ma anche argentini e brasiliani: Ayampe. Una volta lasciata la strada principale, in questa cittadina senza asfalto né grandi edifici, ma piccole case semplici e capanne di legno e palme, sembra davvero di entrare in un altro mondo e in un’altra epoca. 


La spiaggia di Ayampe
Non è ancora particolarmente sviluppata dal punto di visto turistico e questo, forse, è l'elemente che più affascina. Ma vi sono alcune struttire che, in perfetta armonia con l'ambiente e la gente del posto offrono un'esperienza di conoscenza dei costumi locali e allo stesso tempo un ambiente caldo e simpatico: come Los Orishas http://www.losorishashostal.com

Festa di paese




L'accoglienza delle persone è semplice e genuina, la spiaggia è ampia e selvaggia e con un po' di fortuna si riesce anche ad assistere ad una festa paesana con tanta cumbia e allegria!




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