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lunedì 20 febbraio 2012

Cultura e lavoro comunitario - Vita con i nomadi in Mongolia

Passare un periodo a stretto contatto con gli autoctoni del paese, che dicono essere estremamente ospitali e cordiali; imparare a cavalcare con loro, aiutarli a tenere il bestiame e mungere, giocare con i loro i bambini, mangiare insieme ed accettare tutte le loro offerte. Insomma vivere con e come fanno loro nelle tipiche abitazioni/accampamenti (GHER). Qui sotto è sotto forma di volontariato, magari, in cambio, insegni loro l’inglese e tieni i bambini.

La Mongolia è il posto giusto per coloro i quali desiderano un'esperienza completamente nuova per allontanarsi dalla realtà quotidiana! In confronto, spiagge esotiche e isole deserte non sono nulla. Il 40% della popolazione della Mongolia è rappresentato da nomadi che vagano per l'infinita steppa a dorso di cammelli o cavalli.
Partecipando al progetto, potrai unirti ad un gruppo di nomadi Mongoli e sperimentare uno stile di vita davvero speciale rispetto alle nostre abitudini. Vivendo con una famiglia in una larga tenda, conosciuta come GHER, i volontari si ritrovano a passare le giornate cavalcando cavalli, badando al bestiame, aiutando nella produzione di prodotti caseari e magari insegnando Inglese. Si tratta di un'occasione eccezionale per conoscere da vicino le antiche tradizioni e usanze della vita nomade. In cambio di una mano con gli animali, o con i bambini, la famiglia che ospita i volontari sarà felice di coinvolgerli pienamente nelle loro attività.

"Questa esperienza è stata fuori dal mondo. Ho passato il tempo raccogliendo legna e acqua, cavalcando cammelli in molte occasioni, a volte insegnando, giocando basketball e molte altre cose. La Mongolia è grandiosa e vorrei essermi trattenuto più a lungo!"
Volontario, Febbraio 2004.


GHER
GHER, LA BIANCA CASA DEI MONGOLI
Venti metri quadrati che contengono un universo. Patrimonio tradizionale, nei secoli fedele, ma anche prodigio di tecnica evoluta. Ecco, questa è la gher (nelle foto di Federico Pistone), l’abitazione mongola per eccellenza da migliaia di anni, almeno dal 3.000 avanti Cristo secondo gli antropologi. Guardatela, da lontano, nella steppa. Bianca, lunare, di forma circolare. Essenziale, democratica, funzionale, vero capolavoro di design nordico. E via via tutti i viaggiatori che lambiscono la Mongolia con la gher devono avere a che fare. Ammirate la funzionalità intanto. Una casa, nido, riparo, focolare, che monti e smonti come fosse fatta di lego. Con gesti consacrati dalla tradizione, in cui tutta la famiglia ha un suo ruolo preciso, e già che c’è rinsalda ancor di più i vincoli che la tengono unita. La grata circolare (hana) in legno di salice.  Che fa da parete e punto d’appoggio per i pali di sostegno (uni), riuniti alla sommità della tenda in una calotta (toono) da cui fuoriesce il tubo-camino del focolare interno. Struttura leggera e resistente, sorretta all’interno da due colonne a T (bagana) in legno riccamente intarsiato. Perché semplicità ed efficienza non vogliono dire povertà e bruttezza. Anzi. La gher all’ester no si ammanta di feltro e di pelli impermeabili, che la rendono intangibile al freddo e le donano un’aria aristocratica. La casa nomade ricoperta di stole. La porta (khalga) si apre a sud, desiderosa del calore proveniente dal deserto del Gobi. Fuori è gelo e buriana, ma dentro  è tutt’un’altra storia. Potere della soglia: alle spalle, la morsa bianca del freddo. Il regno della natura e delle sue forze misteriose. Di fronte, il calore ambrato dell’interno. L’universo modellato dal nomade. Si passa da un mondo all’altro, tramite la gher. È per questo che si deve far attenzione, varcandone l’ingresso. Mai inciampare, o calpestare lo stipite. La cattiva sorte, le presenze oscure potrebbero approfittarne per farsi un varco dentro. Via, ricacciatele indietro, perché all’interno della gher c’è un mondo. Profumi, colori, antichi riti, nuovi feticci. Al centro la stufa di ghisa, focolare, camino e cucina insieme. Ai lati, i letti (a sinistra quelli degli uomini e degli ospiti, a destra il letto coniugale e quelli delle donne), le cassapanche, sgabelli e tavolo, un piccolo altare, le masserizie, la brocca con catino per lavarsi, le selle. L’odore è da profumo maschile haute couture: cuoio, tabacco fumée, feltro, con lievissime venature alcoliche (vodka, per l’esattezza). I colori hanno una calda dominante arancio, tinta affine alla cromia dell’oro, segno di regalità e prosperità. A terra, feltro e spessi tappeti. Resta salva l’etichetta, più dettagliata e precisa di quella in vigore alla corte del re Sole. Gli uomini, una volta entrati, si dispongono a sinistra, le donne a destra. Sono banditi gli oggetti nefasti e la lista è lunga, perché va dalle armi da taglio come i coltelli alle pentole senza coperchio (secondo i mongoli ideali per trafugare la felicità familiare), passando per gli utensili da scavo, che ricordano momenti poco gai come le sepolture. La stessa disposizione degli arredi segue regole intricate e legate alla simbologia religiosa. Etichetta vuole che ogni leccornia offerta (con il braccio destro, sorretto dalla mano sinistra all’altezza del gomito) sia entusiasticamente accettata (con entrambe le mani) e trangugiata, che si tratti di grossi pezzi di carne di pecora cotta nel suo grasso, formaggio secco, vodka o airag (latte di cavalla fermentato). L’ospite ben educato eviterà di fare troppe domande, non si appoggerà mai ai pali di sostegno (è di pessimo auspicio quanto inciampare all’ingresso) e reprimerà in cuor suo ogni desiderio di fischiettare giulivo (modo sicuro per catalizzare il male sulla gher e sui suoi abitanti). Inoltre, ricambierà l’ospitalità al momento della partenza, con un regalo o un po’ di denaro (mai una somma eccessiva, sembrerebbe un gesto per vantarsi e umiliare il padrone di casa). Etichetta anche per accomiatarsi: è previsto un giro in senso orario intorno alla stufa. E solita attenzione al gradino, uscendo. Non urtatelo

L'ARREDAMENTO DELLE GHER 

A) Lavabo
B)
Sella e finimenti del cavallo 
C) Otre di cuoio per la fermentazione del latte di giumenta
D)
Letto dei figli o degli ospiti, angolo degli uomini
E)
Guardaroba, angolo per gli ospiti di riguardo 
F) Cassapanca per gli oggetti del padrone di casa, angolo per ospiti d'alto lignaggio
G)
Cassapanca per gli oggetti preziosi
H)
Cassapanca della padrona di casa 
I) Letto coniugale, angolo delle donne
L)
Thermos, vettovaglie a vari oggetti domestici
M)
Casseruole, utensili di cucina o di pulizia
N)
Tappeti
O)
Focolare domestico, stufa
P)
Tavola per servire cibo e té
Q)
Sgabelli
 
GHER, ISTRUZIONI PER L'USO 
Entrare in una gher è semplice, rispettare i riti domestici è un po' più complicato. Uomini a sinistra, donne e cucina a destra, mai calpestare lo stipite dell'ingresso perché porta sfortuna ma se accade accidentalmente allora è buon segno. E' d'obbligo accettare tutto: gamelle di carne grassa di pecora, schegge di formaggio essiccato, airag (il latte di cavalla fermentato) e l'immancabile vodka.
L'interno è disposto secondo intricate simbologie religiose. Prima di uscire, è buona norma percorrere un giro in senso orario attorno alla stufa, posta al centro della gher, e ancora attenzione al gradino: urtarlo significa portar fuori la buona sorte; in questo caso, è necessario rientrare.
Mai entrare in una gher con un coltello e nemmeno con un oggetto da scavo (che ricorda una sepoltura ed è considerato nefasto). Evitare di portare una pentola senza coperchio perché il padrone di casa potrebbe sospettare che siete venuti per catturare la felicità di quella famiglia.
Se fate visita a una famiglia che vive in gher, accettate l'ospitalità ma cercate di contraccambiare. Se avete un regalo, consegnatelo al capo famiglia solo al momento della partenza. 

http://www.viaggispensierati.it/

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